Pensionati italiani in Francia
La Francia è uno dei paesi che probabilmente ogni italiano avrà visitato o desiderato visitare almeno una volta nella vita. Possiede tratti culturali e sociali simili ai nostri (non per nulla li chiamiamo i “cugini d’oltralpe”), ma allo stesso tempo si distingue per caratteristiche tutte proprie.
Paese latino, mediterraneo, ma anche atlantico e nordeuropeo, la Francia è tantissime cose, quasi tutte belle.
Gli standard di vita che garantisce ai propri cittadini risultano tra i più alti al mondo. Ottimo cibo, sanità eccellente, livello culturale alto, svaghi e bellezze paesaggistiche da Nord a Sud.
Non sarebbe peregrino pensare che un pensionato italiano possa decidere di trasferirsi in Francia, una volta cessati i vincoli lavorativi nel nostro Paese.
I vantaggi sono certamente tanti. Abbiamo detto che si mangia bene e che il livello di vita è alto. Tra l’altro, i servizi pubblici funzionano molto bene. Sono efficienti e lo stato garantisce praticamente ogni tipo di assistenza alle famiglie.
Servizi eccellenti e costo della vita alto
D’altra parte, la ricchezza diffusa fa sì che il costo della vita sia relativamente alto. Se pensiamo a una metropoli come Parigi, dobbiamo mettere in conto prezzi che in Italia considereremmo persino assurdi.
Potreste dover spendere anche più di un migliaio di euro al mese per un monolocale. E fare la spesa sarebbe un salasso. Ma la Francia, per fortuna, non è tutta Parigi.
Il Sud risulta più a buon mercato, anche se meno sviluppato sul piano economico e con un settore agricolo trainante. E bisogna riconoscere che forse le aree più tranquille di campagna o le piccole realtà urbane, potrebbero rivelarsi più ospitali e opportune per un pensionato italiano che volesse trascorrere le giornate all’insegna del relax.
Tasse? Parecchie
E le tasse? Ahimé, in Francia, sono molto alte. Più che in Italia.
In cambio però, i servizi pubblici funzionano meglio. Dai trasporti agli ospedali, passando per la scuola e l’assistenza sociale, i francesi sono all’avanguardia nel mondo. Il loro modello sociale può risultare invidiabile nella stessa Europa.
Inoltre l’alta tassazione è mitigata in molti casi dal quoziente familiare. Esso consiste nel ponderare le imposte sui redditi delle persone fisiche in misura inversamente proporzionale al numero dei componenti familiari. Di fatto, le famiglie numerose versano molte meno tasse che in Italia a parità di reddito dichiarato.
Pensionati italiani in Francia, dove pagare le tasse
L’altra faccia della medaglia, come dicevamo, consiste nell’elevata pressione fiscale. Sulle pensioni e gli altri redditi tra Italia e Francia esiste una convenzione contro la doppia imposizione. Significa che se trasferisci la residenza fiscale in Francia, eviterai di versare le imposte italiane sugli assegni erogati dall’INPS o altro ente di previdenza privato.
Questo però vale (come al solito) solo per gli ex dipendenti privati. Invece, gli ex dipendenti pubblici (gestione ex INPDAP) non possono sottrarsi in nessun caso all’Irpef.
Ciò implica che devi fare attenzione se rientri nella doppia imposizione o meno. Di certo, se sei un ex dipendente del settore privato e vuoi pagare le imposte solamente in Francia, devi per prima cosa trasferirvi la residenza fiscale.
Il criterio generale è lo stesso praticamente ovunque: bisogna trascorrere nel paese transalpino almeno 183 giorni lavorativi nell’anno solare, anche non consecutivamente. La geografia ci viene in aiuto. Non è complicato trasferirsi in Francia e tornare in Italia anche più volte all’anno.
Cessione del quinto per avere liquidità
Puoi anche decidere di comprare casa, anziché affittarla. Devi mettere in conto prezzi mediamente alti, anche se buone occasioni possono esistere all’infuori delle grandi città, specie in campagna.
Comunque, il trasferimento richiede di avere a disposizione una certa liquidità. Pensate anche solo alla necessità di imparare il francese in un qualche istituto linguistico per cercare di dialogare più agevolmente con la popolazione locale ed essere il più possibile autonomi.
Potrebbe trattarsi di un bel po’ di denaro, dato l’alto costo della vita in Francia. Ecco che potresti avere bisogno della cessione del quinto della pensione, un prestito personale rimborsabile anche in 120 rate mensili.
A prelevare mensilmente la rata dal conto corrente del debitore sarà l’INPS, il quale si occuperà contestualmente dell’accredito a favore dell’istituto erogante. Per tutte queste caratteristiche di garanzia nei confronti del creditore, la cessione del quinto è accessibile anche ai cattivi pagatori segnalati in CRIF. Un’opportunità importante per un segmento della clientela altrimenti escluso dal mercato dei prestiti.