Pensionati italiani in Bulgaria
La Bulgaria è un paese ancora poco noto tra gli italiani, anche se cresce nel tempo il numero dei nostri connazionali che hanno deciso di cambiare vita e di trasferirsi in questo angolo dell’Europa dell’Est, molto spesso perché il coniuge è bulgaro.
Membro dell’Unione Europea dal 2007, risulta ad oggi anche lo stato comunitario più povero.
Lo stipendio medio qui si aggira intorno ai 300 euro. Non è raro che un pensionato bulgaro percepisca un assegno sui 100 euro al mese dopo 40 anni di lavoro.
C’è da dire, però, che il costo della vita è il più basso dell’Unione Europea. Nelle piccole città, un appartamento di 80/90 metri quadrati lo si può ancora prendere in affitto per 200-250 euro al mese e acquistare per 40-50.000 euro.
La Bulgaria non fa parte dell’area Euro, anche se ha fatto richiesta formale per aderirvi. I prezzi che vi diamo sono, quindi, convertiti nella moneta unica.
La valuta locale è il lev e il tasso di cambio è di quasi 2 a 1, quindi con 1 euro si possono avere circa 2 lev.
Informazioni importanti per i pensionati italiani in Bulgaria
Siete pensionati italiani e state pensando di andare a vivere in Bulgaria?
Vi forniamo alcune informazioni essenziali per avere un’idea più complessiva di quale sia la situazione reale.
A parte il basso costo della vita, in questo paese la tassazione, in teoria, è molto conveniente rispetto all’Italia.
Mentre le aliquote Irpef da noi variano da un minimo del 23% a un massimo del 43%, in Bulgaria esiste un’unica aliquota del 10%. Questo significa che l’assegno erogato a un pensionato italiano sarebbe sottoposto a tale modesta tassazione, vantaggiosa soprattutto per gli importi medio-alti.
Perché usiamo il condizionale? La verità è che accedere a tali benefici per uno straniero risulta abbastanza complicato.
Pensionati italiani in Bulgaria, brutte sorprese da INPS
Sappiamo che, praticamente ovunque, se vuoi essere sottoposto alla legislazione fiscale di uno stato, devi per prima cosa ottenere la residenza fiscale.
Il pre-requisito consiste nel trascorrere nel paese un periodo minimo dell’anno. Nel caso della Bulgaria, parliamo di almeno 183 giorni nell’anno solare.
Per fare richiesta contro la doppia imposizione, inoltre, dovete anche essere iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero). Sin qui, nulla di inconsueto.
Tuttavia, ciò non basta alle autorità di Sofia per rilasciare la residenza fiscale. Bisogna anche che in Bulgaria abbiate il vostro “centro vitale degli interessi”. In altre parole, per esempio se siete un lavoratore non potreste ottenere la residenza fiscale continuando a lavorare in Italia.
Detto ciò, negli ultimi anni molti pensionati italiani in Bulgaria e qui stabilmente residenti, hanno ricevuto una brutta sorpresa. Si sono visti recapitare dall’INPS una lettera con la sollecitazione dei pagamenti relativi alle trattenute Irpef non versate nel periodo di residenza in Bulgaria.
I benefici fiscali sopra accennati venivano annullati, anzi nella missiva si faceva presente ai malcapitati che non erano mai esistiti. Com’è possibile?
Il fatto è che la Bulgaria rilascia due certificati di residenza fiscale.
Uno per gli stranieri che vogliano evitare la doppia imposizione, ai sensi delle convenzioni stipulate con il loro paese di origine e l’altro solo ai fini della legge interna bulgara in relazione ai redditi delle persone fisiche.
Serve la cittadinanza bulgara
Qual è il punto? Emergerebbe che il pensionato straniero che volesse farsi erogare dall’ente di previdenza del proprio paese di origine l’assegno defiscalizzato, deve anche ottenere la cittadinanza bulgara.
In altre parole, se sei uno dei pensionati italiani in Bulgaria, senza ottenere la cittadinanza non avrai diritto all’assegno pensionistico defiscalizzato. Verserai le imposte sia all’Italia che alla Bulgaria.
La doppia imposizione cancella gran parte, se non tutti, i vantaggi economici dal trasferirsi nel paese est-europeo.
Tra l’altro, questi risultano essere modesti se decidessi di andare a vivere in grandi città come Sofia, Varna e Burgas dove un appartamento può arrivare a costarvi 1.500 euro al mese di affitto e diverse centinaia di migliaia di euro per acquistarlo.
D’altra parte, se ti trasferirai in aree periferiche, rischi di andare incontro a degrado e carenza di servizi.
La criminalità, invece, tende ad essere bassa in tutto il paese.
Cessione del quinto per le tue spese
Altri aspetti negativi dal trasferirvi in Bulgaria sono l’alta inefficienza dei servizi pubblici, a causa particolarmente dell’elevata corruzione. Lo stesso disbrigo delle pratiche per il rilascio della residenza fiscale o della cittadinanza può richiedere molto tempo.
Infine, il trasferimento comporta senza dubbio il sostenimento di costi di cui dovresti tenere conto.
Tuttavia, se non possiedi sufficiente liquidità o non vuoi intaccarla, puoi sempre richiedere la cessione del quinto della pensione.
La cessione del quinto è accessibile anche ai cattivi pagatori, grazie alle solide garanzie fornite all’Istituto Finanziario.
Questi ha la sicurezza di una pensione a cui attingere per ottenere indietro il capitale e gli interessi e può confidare nel rispetto delle scadenze grazie al fatto che il prelievo e il versamento della rata in suo favore sono incombenze a carico dell’Ente di previdenza.
Le somme erogabili salgono con l’aumentare dell’assegno pensionistico perché la rata massima è pari al 20% della pensione netta.
Puoi ottenere cifre anche rilevanti con cui, ai prezzi bulgari, puoi anche pensare di comprarti casa.